L’estensione delle polizze a copertura catastrofi naturali è ancora limitata

28 novembre 2017

In Italia l'estensione delle polizze a copertura delle catastrofi naturali è ancora molto limitata. Gli italiani, in maggioranza, sono comunque favorevoli ad una copertura assicurativa se questa è in grado di garantire risarcimenti certi in tempi rapidi e corrispondenti al valore di ricostruzione delle abitazioni.

Sono le principali evidenze di due studi condotti dall'ANIA sull'emergenza delle catastrofi naturali e sul ruolo che il mercato delle polizze può svolgere per mitigarne le conseguenze.

Al 30 settembre 2016 risultavano attive 435 mila polizze per la copertura del rischio terremoto o del rischio alluvione (o di entrambi) pari a 610 mila abitazioni. Anche se, in meno di un decennio, il numero delle coperture sulle catastrofi naturali è molto cresciuto (nel 2009 si stimavano 20 mila polizze per circa 35 mila abitazioni) rimane vero che, in valore assoluto, l'ombrello assicurativo protegge appena il 2% delle abitazioni private.

Per le caratteristiche del suo territorio l'Italia è peraltro un Paese molto esposto alle calamità naturali. Dai dati elaborati da ANIA, infatti, risulta che il 35% delle abitazioni è situato nelle zone 1 e 2 a più alta pericolosità sismica e questa percentuale sale a quasi il 55% quando si considera il rischio alluvionale. Quali sono le cause della bassa penetrazione dei prodotti assicurativi ? Secondo l'Ania è in primo luogo la diretta conseguenza del ruolo totalizzante che fino ad oggi lo Stato ha sempre svolto nel risarcimento dei danni subiti per le catastrofi naturali con la convinzione, diffusa largamente tra l'opinione pubblica, che vi sia una sorta di diritto al risarcimento pubblico.

La diffusione di polizze assicurative non gode neppure di incentivi fiscali. In un Paese che da sempre detiene un tasso di proprietà immobiliare tra i più alti d' Europa quanti decidono di sottoscrivere una polizza subiscono per intero l'imposta prevista sui contratti assicurativi (il 22,25% del premio versato).

Tra le coperture assicurative che proteggono il patrimonio immobiliare privato sono solo 435 mila i contratti assicurativi finalizzati, il 5 per cento delle polizze sulle abitazioni e circa il 2 per cento del patrimonio abitativo nazionale; si tratta delle polizze sul rischio terremoto (188 mila), quelle sul rischio di alluvione (185 mila) e le polizze che coprivano le due tipologie (62 mila).

Un dato che fa riflettere riguarda poi la distribuzione territoriale delle polizze che mostra come la propensione ad assicurarsi non dipenda dal grado di pericolosità delle zone del paese rilevato dalla classificazione sismica al 2015 del Dipartimento della protezione civile. Infatti, l'80% delle abitazioni assicurate per le catastrofi naturali è situato nel Nord del Paese. Nelle zone invece caratterizzate da una alta o medio-alta pericolosità sismica si riscontrano le più basse incidenze di copertura.

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